Il simbolo M5s viene acquisito anche da Casaleggio: ufficiale la rottura con Grillo

Beppe Grillo, ormai ex leader dei pentastellati, compie il passo decisivo verso il distacco dal Movimento: il simbolo del partito, fino a pochi mesi fa di sua proprietà esclusiva, viene intestato anche a Davide Casaleggio.
Gli attivisti che fin dall’inizio hanno vissuto con Grillo leader del Movimento non sono rimasti a guardare, e ieri in giornata il web si è infiammato di commenti rabbiosi.

Il principale motivo di questa rottura è stata l’ultima decisione presa da Di Maio e Casaleggio: lasciare il comico genovese in secondo piano durante l’evento “Italia 5 Stelle”, che si terrà a Roma il 20 e 21 ottobre.
Pare infatti che gli venga concesso un solo intervento, e con un limite di tempo prefissato.

Questo tuttavia è solo l’ultimo di una serie di gesti poco graditi: gli screzi all’interno del partito non mancavano già da prima.
Una delle ragioni è il fatto che Grillo sia in disaccordo con alcune scelte del vicepremier Luigi Di Maio; tra queste,  il suo avvicinamento alle posizioni leghiste sul piano dell’immigrazione.

Grillo aveva quindi preso provvedimenti per allontanarsi già prima della rottura ufficiale: a gennaio 2018, in clima di elezioni, aveva lasciato la guida del partito in favore di Di Maio, dissociando il suo blog dalle iniziative del vicepremier e dei suoi affiliati.
Inoltre, ancor prima, nel 2016, aveva deciso di togliere il suo nome dal logo del Movimento.

Il passaggio decisivo riguardo la proprietà del simbolo è da ricercarsi nel rendiconto del 2017 dell’Associazione Movimento 5 Stelle, fondata nel 2012. In esso si legge che il simbolo, proprietà dell’Associazione, è stato donato all’Associazione Rousseau; questa altro non è che la no-profit al cui vertice si trova Casaleggio.
Questo di fatto renderebbe possibile all’Associazione Rousseau presentarsi alle prossime elezioni europee con il simbolo del M5s; tuttavia i pentastellati sminuiscono la questione, sostenendo che il simbolo sopracitato non sia quello presente in Parlamento.

Foto ilpost

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