Il 3 febbraio scorso a Macerata è andata in scena una terribile tragedia che ha visto coinvolto Luca Traini a scapito di sei immigrati. Luca Traini preso da un raptus, a bordo della sua Alfa 147, ha esploso circa 30 colpi di pistola nei confronti di un gruppo di immigrati radunati ferendone sei. Dopo poco è stato arrestato mentre era avvolto in una bandiera italiana e facendo il saluto romano ai Carabinieri è stato fermato.
L’uomo durante l’arresto avrebbe sentenziato “l’Italia agli italiani ho fatto quello che dovevo” ma in colloqui successivi avrebbe dichiarato che non è assolutamente portatore di odio razziale. In casa dell’uomo sono stati trovati vari oggetti e libri di stampo fascista e nazista. Doveva rispondere di strage aggravata di razzismo e oggi è arrivata la sentenza che vede Traini condannato dalla Corte d’Assise di Macerata a dodici anni più tre mesi di libertà vigilata ma il suo avvocato ha chiesto comunque una perizia psichiatrica. Traini in aula si è scusato per il gesto commesso asserendo che in carcere è riuscito ad elaborare il fatto.
Traini viene da un’infanzia difficile ma ammette che non ha fatto tutto ciò per una questione di odio razziale, per lui i poco di buono possono essere di qualsiasi colore. La vicenda ha fatto veramente molto scalpore in quanto gesti di questo genere colpiscono profondamente un paese accogliente come il nostro e risulta difficile comprendere come dopo tanti anni e tanta brutalità storica il fascismo e il nazismo possano spuntare fuori ancora oggi.
Si spera che eventi di questo genere possano sensibilizzare soprattutto i giovani verso una mentalità più aperta, tollerante e costruttiva in quanto la violenza non è mai una soluzione ma una grave presa di posizione che porta solo alla distruzione. Macerata ha vissuto un episodio orribile che si spera possa buttarsi alle spalle il più presto possibile.
Foto il Messaggero