M5S, condannato Puddu candidato alle regionali sarde

M5S, condannato Puddu candidato alle regionali sarde

Mario Puddu era candidato alle elezioni regionali sarde di febbraio 2019 ma dopo la sentenza del Tribunale di Cagliari ha deciso di rassegnare le sue dimissioni. Scelta inevitabile. La sentenza avrebbe comunque comportato la sospensione dai pubblici uffici per 18 mesi.

Puddu è stato condannato in primo grado per abuso di ufficio. Tutto è iniziato nel 2015, quando Mario Puddu era sindaco di Assemini dopo la vittoria del 2013. Puddu è stato il primo sindaco Pentastellato in Sardegna. Non è stato rinnovato nel 2018 ma ha fatto in modo che venisse eletta una sindaca anch’essa Pentastellata.

Il candidato a governatore della Sardegna M5S era stato accusato nel 2015 da tre consigliere pentastellate dissidenti, che avevano presentato un esposto contro Puddu. L’accusa era quella di aver realizzato una pianta organica del Comune tale da demansionare una dipendente e avvantaggiare le altre due.

M5S, condannato Puddu candidato alle regionali sarde

Nonostante le accuse il Puddu continua la sua ascesa in politica, appoggiato con grande entusiasmo sia da Luigi di Maio sia da Alessandro Di Battista. La sua candidatura a governatore della Sardegna era sicura anche quando ancora non era ufficiale. Oggi ha deciso di ritirarsi. Ma se non lo avesse fatto sarebbe andato incontro ugualmente alla sospensione della carriera per effetto della legge Severino.

Non è l’unico grillino sardo ad essere coinvolto in uno scandalo. Una sorte analoga è spettata ad Andrea Mura, velista cagliaritano cacciato dal Movimento 5 Stelle per il suo record di assenze alla Camera. Espulso dal Movimento, ha rassegnato anche lui le sue dimissioni ed è tornato a fare il velista.

E pensare che era stato proprio Mario Puddu ad insistere per la candidatura di Andrea Mura nel Collegio Uninominale di Cagliari alle elezioni politiche del 4 marzo. Una carriera fatta di continui successi, quella del Puddu, che ora però è costretta a fermarsi. Il Puddu ribadisce che la sua condanna non è uno stop alle idee Grilline. Intanto il Movimento dovrà trovare un valido sostituto.

Foto Corriere della Sera

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