Quanti studenti si sono indignati per il numero chiuso alla Facoltà di Medicina, che non ha permesso loro di coronare il sogno di una vita a causa di domande ritenute impossibili o non pertinenti alla materia? Quante polemiche sono da sempre sorte quando a settembre migliaia di studenti si presentano al test – chi per la prima, chi per l’ennesima volta – con la speranza di fare il punteggio minimo indispensabile per varcare la soglia della facoltà più ambita?
Anche all’interno del Governo non sono mancati gli scontri sul tanto chiacchierato numero chiuso a medicina. Salvini, come è noto, è fortemente contrario allo sbarramento previsto per l’accesso alla facoltà di medicina. “C’è bisogno di ingegneri e medici” ha detto oggi.
Ma un nuovo scenario si sta prospettando all’orizzonte. Dopo il comunicato stampa di lunedì sera dopo la mezzanotte si è iniziato a parlare proprio di superamento del numero chiuso. La speranza di un provvedimento immediato, però, è subito svanita. Il Consiglio dei Ministri ha precisato che si tratterà di “un obiettivo politico di medio periodo” che sarà raggiunto anche grazie all’ausilio dei ministeri competenti e della Conferenza dei Rettori delle università italiane. Si prevederà un graduale aumento dei posti fino al definitivo superamento del numero chiuso.
Degno di nota è il fatto che la misura risulti comunque presente nel resoconto finale del Consiglio dei Ministri, che lunedì sera ha approvato il decreto fiscale e la manovra. L’abolizione definitiva non era invece prevista nel Def, laddove si parlava di “revisione”, che poteva lasciare intendere anche l’adozione di un modello che consentisse agli studenti di potersi orientare con più consapevolezza nella scelta del proprio percorso di studi.
Significativa è stata la reazione del Ministro dell’Istruzione, che a Venezia ha dichiarato di non saperne nulla. Il tema risulta essere molto scottante e ancora poco chiaro. Ci attendiamo comunque una svolta nel sistema di accesso alla Facoltà di Medicina.
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