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Intervista alla dott.ssa Natalina Gatti, commercialista esperta in startup e PMI innovative

L’ultima Legge di Bilancio 2021 ha introdotto il credito di imposta beni strumentali 2021, un’agevolazione che può essere richiesta secondo alcuni requisiti.  La dottoressa Natalina Gatti, commercialista esperta in startup innovative e PMI, ci spiega in maniera chiara come poterla ottenere e come muoversi.

Natalina Gatti, commercialista esperta in startup e non solo

Natalina Gatti è Dottore Commercialista & Revisore Legale dei Conti, iscritta all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Roma dal 10/12/1998. É specializzata soprattutto nel settore delle start up innovative e PMI e, proprio grazie al suo prezioso supporto, sono molte le aziende che hanno potuto beneficiare di agevolazioni fiscali, incentivi e aiuti.  La dottoressa Natalina Gatti è anche Custode Giudiziario e Delegato al Compimento delle Operazioni di Vendita del Tribunale di Roma dal 2010. Dal 2019 è  uno dei Gestori dell’Organismo di Composizione della Crisi dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Roma.

Gentile dott.ssa Natalina Gatti, continuiamo ad approfondire il credito d’imposta beni strumentali 2021. Ci spiega l’importanza dell’interconnessione dei beni strumentali tecnologicamente avanzati ai fini della fruizione del credito d’imposta

Un’azienda può beneficiare del credito d’imposta, secondo quanto indicato dall’allegato A e B della legge 11 dicembre 2016, n. 232, rispettando ovviamente il requisito dei beni ammissibili e dimostrando che il bene strumentale sia interconnesso nell’attività produttiva ed organizzativa.
Per continuare a beneficiare dell’agevolazione, l’“interconnessione” deve essere presente anche nei periodi d’imposta successivi a quello in cui il bene viene interconnesso. Con questo termine si intende ad alcune caratteristiche che il bene deve avere, ovvero quello di essere tecnologicamente avanzato per permettere lo scambio di informazioni con sistemi interni in base a specifiche riconosciute (protocolli TCPIP, HTTP, MQTT, ecc.) e identificato in modo univoco,.
Avvalersi della consulenza di un professionista esperto nell’ambito è sempre consigliato perché il tema dell’interconnessione dei beni strumentali è molto complesso e di natura tecnica.

Come viene utilizzato dall’impresa o dal professionista il credito d’imposta beni strumentali 2021

L’utilizzo del credito d’imposta beni strumentali 2021 è legato alla compensazione mediante il modello F24 e viene ripartito in tre quote annuali dello stesso importo. Come tempistiche, si considera l’anno di entrata in funzione del bene
per quelli strumentali materiali e immateriali ordinari, mentre per i beni tecnologicamente avanzati l’utilizzo è calcolato dall’anno di interconnessione.
É bene sapere che il credito d’imposta beni strumentali 2021 non è imponibile ai fini delle imposte sui redditi, è esente dall’ imposizione IRAP e, quello che non viene utilizzato può essere usufruito anche nel periodo di imposta successivo, senza particolari limiti di tempo.  Il supporto di un professionista permette di utilizzare al meglio il credito d’imposta.
 

Che importanza ha la comunicazione al MISE del credito d’imposta beni strumentali 2021?

La comunicazione al MISE è puramente informativa e collaborativa in quanto serve unicamente al Ministero per valutare l’andamento, la diffusione e l’efficacia delle misure agevolative. Così come specificato da una comunicazione del MISE, l’applicazione delle discipline agevolative e l’utilizzo in compensazione dei relativi crediti sono indipendenti dall’avere o meno effettuato questa comunicazione.

Ci spiega le problematiche relative al cumulo d’imposta beni strumentali 2021?

Sebbene il credito d’imposta beni strumentali 2021 sia una misura di carattere generale e quindi è cumulabile con altre agevolazioni, è meglio richiedere un’attenta valutazione caso per caso per avere le indicazioni giuste.
Infatti, l’agevolazione è cumulabile con altre se non sussistono divieti di cumulo e anche secondo l’imponibilità ai fini delle imposte dirette e dell’IRAP del bonus investimenti.
Inoltre, i costi ammessi da più agevolazioni non devono essere inferiori al costo sostenuto. Nel caso, secondo quanto previsto dall’Agenzia dell’Entrate, il contribuente dovrebbe ridurre il credito di imposta per non superare il limite massimo del 100 per cento dei costi sostenuti.
É difficile quindi stabilire una regola generale.

Cosa accade agli investimenti beni strumentali 2021 realizzati mediante contratti leasing? 

Per i contratti di leasing sono previsti dei termini per il riscatto dei beni che, solitamente, devono avvenire entro i due anni dall’entrata in funzione e dall’interconnessione del bene. Se non interviene il recapture,  il bene viene considerato come se fosse stato venduto o delocalizzato al di fuori del territorio nazionale. Il proprietario del bene dovrebbe quindi stipulare un nuovo contratto di leasing per il medesimo bene oggetto di agevolazione.
Nel caso del sale and lease back, diverso quindi dal sistema di leasing tradizionale, l’utilizzatore dispone di un bene di sua proprietà ma preferisce averlo in locazione per motivi economici o organizzativi. In questo caso, la situazione può essere diversa. Il leasing è una situazione complessa che richiede la consulenza di un commercialista esperto.
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