Negato asilo politico Gambiano si uccide

Il nostro Paese è un punto di riferimento per l’accoglienza e un vero e proprio esempio in merito tale da diventare col tempo un modello da imitare e da cui prendere spunto.

Sicuramente in Europa è un porto sicuro fondamentale per molti migranti che scappano dall’Africa per colpa di guerre e altri eventi sociopolitici gravi.

Negli ultimi tempi però, con l’instaurazione del nuovo Governo, questa visione sembra stia cambiando e se prima la porta era praticamente sempre aperta adesso il nuovo Ministro degli Interni pone dei paletti e nuove regole sull’accoglienza, controllando e respingendo tutti coloro non abbiano un effettivo bisogno di aiuto.

Si pensi alle navi ONG che hanno dovuto cambiare porti perchè in Italia impossibilitate ad attraccare.

Il che crea una sorta di divisione in mezzo alla popolazione italiana, c’è chi si schiera apertamente col Ministro chi invece gli da contro, basti pensare all’incendio di pochi giorni fa di un fantoccio raffigurante appunto il Ministro.

Oggi però è successo un fatto grave che fa tremare la macchina dell’accoglienza italiana, un ragazzo di 22 anni, del Gambia si è ucciso. Dopo essere arrivato in Italia in un centro di accoglienza leccese, gli era stato concesso un permesso di soggiorno temporaneo e si era trasferito a Castellaneta Marina.

Il giovane aveva fatto domanda di asilo politico ma siccome non vi erano i presupposti per concederla è stata rifiutata e non poteva più stare in Italia. Il giovane non ha retto la notizia e si è suicidato, inutili purtroppo i soccorsi.

Il ragazzo non proveniva da una zona di guerra e desiderava tornare in Africa ma siccome temeva di essere additato come fallito per via dell’insuccesso ha preferito farla finita.

Ora è stata lanciata una petizione dal valore di 5000 euro per poter trasferire la salma nel villaggio di provenienza per farlo riposare per sempre dov’è nato.

Foto l’Osservatore d’Italia

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