Trump si scatena contro i tagli Sauditi sul petrolio

Trump ha nuovamente cambiato le carte in tavola sul tavolo dell’Opec, che insieme con la Russia e gli altri Alleati sta pensando ad un nuovo taglio di produzione, del valore di milioni di barili al giorno.

L’ipotesi che ha proposto Riad, che prevederebbe una riduzione le sue esportazioni già a partire da dicembre, era riuscita ad evitare il crollo in borsa del petrolio.

Ma il presidente Donald Trump, alla fine dell’incontro di ieri, ha commentato con un altro tweet: “Sperabilmente l’Arabia Saudita e l’Opec non taglieranno la produzione. In base all’offerta il prezzo del petrolio dovrebbe essere molto più basso!“

In seguito a questo, l’inversione di tendenza è stata netta e molto rapida.

Sia Brent che Wti infatti, che all’inizio di ottobre potevano vantare di volare ai massimi livelli rispetto agli ultimi 4 anni, la scorsa settimana sono scivolati in quella condizione che in gergo chiamano “bear market“, ossia del 20% più bassi rispetto al picco precedente.

Tuttavia dopo la riunione che si era tenuta ad Abu Dhabi, che nel weekend aveva visto coinvolti esponenti di spicco dell’Opec Plus, tra i quali c’era anche la Russia, questa discesa clamorosa sembrava essersi interrotta.

Importantissimo era stato l’intervento di Khalid Al Falih, ministro Saudita, che fra le altre cose aveva annunciato che, seppur con la massima attenzione, si poteva pensare ad un’inversione di rotta dell’intera Opec Plus, tagliando in tutto la produzione nel 2019 di almeno un milione di barili al giorno.

Al Falih aveva fatto di tutto per non scatenare le ire di Trump.

Tuttavia questo non è bastato, e il presidente sembra non aver gradito il riferimento del ministro Saudita agli USA, sicuramente responsabili del surplus che ha appesantito il mercato petrolifero: “Taglieremo solo se vedremo emergere un eccesso di offerta persistente. Francamente vediamo che ci sono dei segnali negli Usa, ma non ne abbiamo visti a livello globale”.

Foto theatlantic