Di Maio ricorda alla Lega il contratto di governo

Di Maio ricorda alla Lega il contratto di governo

Luigi di Maio in un’intervista replica al sottosegretario Giorgetti: “Abbiamo firmato un contratto di governo che va rispettato da entrambi i contraenti”. Quello che Di Maio vuole anzitutto è che il reddito di cittadinanza sia operativo a partire dai primi tre mesi del 2019. Secondo il leader del Movimento 5 Stelle il problema non sta nella carenza delle risorse ma nel fatto che c’è qualcuno che non crede in ciò che il governo sta facendo. Questo, per Di Maio, è un rischio anzitutto per i cittadini.

Ma Giorgetti manifesta comunque i dubbi della Lega sull’obiettivo principale dei Pentastellati, il reddito di cittadinanza. È evidente infatti che la manovra sta generando tensioni e un punto cruciale riguarda la necessità di ridurre il deficit. Per questo ci può essere il rischio di non poter mantenere tutte e subito le promesse elettorali. Di Maio, invece, assicura che la riforma arriverà insieme a quella delle pensioni, dopo il varo della manovra.

Di Maio ricorda alla Lega il contratto di governo

È intervenuto anche il premier Giuseppe Conte per rassicurare gli italiani. I soldi per la manovra ci sono. Tuttavia è necessario un chiarimento con Giorgetti. Si voglioni evitare “inutili e pretestuose polemiche”. Conte, tuttavia, insieme con Tria è chiamato a fare un attento lavoro di diplomazia con le istituzioni europee. Dovrebbe essere proprio lui a presentare la lettera a Bruxelles. Questo lavoro di diplomazia risulta molto complicato, a causa dei toni battaglieri dei due vicepremier.

Conte dovrà spiegare dove l’Italia troverà le risorse e sottolineare che l’impatto sui conti del 2019 sarà ridotto anche perché le misure non partiranno subito. Ed è proprio questo il problema perché né Di Maio né Salvini vogliono sentire ragioni su questo. Ma Conte precisa che sarà solo lui a parlare con Junker e soprattutto a scegliere con che toni bisogna condurre il dialogo. La Lega attacca i Pentastellati. Sono loro ad avere gli animi agitati.

Foto TPI

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