Flat tax, scontro Tria Salvini

Flat tax, scontro Tria Salvini

Da quando il nuovo Governo è salito a Palazzo Chigi sono state fatte molte promesse. Ormai non c’è nessuno che non abbia sentito parlare almeno una volta di Flat tax e questa, infatti, è la principale manovra che la Lega vuole mettere in campo, accanto al reddito di cittadinanza promosso da Di Maio, per ridurre la tassazione e far ripartire l’Italia.

Davvero tanto attesa, la Flat Tax è sin dall’inizio al centro di numerosi dibattiti. I pareri non sono mai stati univoci, anzi molto spesso abbiamo sentito forti opposizioni alla riforma.

Si va avanti. E’ questo lo slogan di Salvini quando si parla di riforme e in particolare di Flat tax. Eppure ce ne sono tuttora di pareri discordanti. Dubbi e avvertimenti provengono da Bankitalia, dall’Ufficio parlamentare sul bilancio, dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Ue. Ma non solo.

Flat tax, scontro Tria Salvini

Dopo il vertice di ieri 9 ottobre a Palazzo Chigi durato un’ora e mezza, dove si è tornati nuovamente sullo scottante tema delle riforme e dei fondi necessari, Salvini non molla la sua posizione. Le riforme saranno fatte nonostante tutte le opposizioni.

La manovra principale portata avanti dalla Lega di Salvini si prefigge l’obiettivo di ridurre sostanzialmente le tasse. Tuttavia, dopo i vari avvertimenti ricevuti, oggi si è svolta una nuova audizione del Ministro dell’Economia Tria, il quale però non concorda pienamente con il Vicepresidente del Consiglio.

Secondo il Ministro dell’Economia Giovanni Tria, infatti, la manovra avrebbe un costo nel primo anno di soli 0,6 miliardi, per poi salire a 1,8 miliardi nel 2020 e 2,3 miliardi nel 2021, quindi 4,7 miliardi in tre anni. Attenzione a quei 600 milioni nel 2019. Infatti, Salvini non è assolutamente d’accordo ed ha replicato.

Secondo il Vicepremier leghista la riduzione fiscale prevista in manovra non avrebbe un ammontare di 600 milioni ma di 1,7 miliardi. E continua affermando che lunedì verrà presentato il decreto e a quel punto i numeri non potranno mentire.

Foto TPI

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